mercoledì 20 marzo 2013

Iraq, dieci anni dopo. La macchina della guerra e il genocidio




“Nessuna persona è stata ritenuta responsabile per una guerra illegale consapevolmente basata su menzogne costata miliardi e in cui sono morti 1 milione di iracheni" (Abby Martin, giornalista)

L'ex coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Iraq, Denis Halliday, ha parlato di genocidio. Un milione di persone morte negli ultimi nove anni, secondo uno studio del prestigioso British Polling Group (ORB), una cifra che supera il genocidio del Ruanda e si avvicina ai numeri della Cambogia degli anni Settanta, con indagini effettuate solo in 15 province sulle 18 irachene soggette a bombardamenti dalle forze di coalizione internazionale. Michael Schwartz sottolinea che la logica di questa carneficina si trova in una statistica pubblicata dai militari degli Stati Uniti e segnalata dall’Istituto Brookings: per i primi quattro anni di occupazione militare sono state inviate oltre 1.000 pattuglie ogni giorno (dal 2007 salite a 5.000) nei quartieri ostili, con lo scopo di catturare o uccidere "ribelli" e "terroristi".
Non solo pattuglie e bombardamenti con bombe “intelligenti” durante il conflitto che hanno ucciso centinaia di civili, più volte negati dalle forze anglo-americane intervenute in Iraq (meticolosamente censiti dal sito http://www.iraqbodycount.org/), ma anche gli effetti collaterali legati all’uso di proiettili di fosforo bianco (uso riconosciuto dagli stessi americani) e all'utilizzo di uranio impoverito, collegato agli alti tassi di cancro e ai difetti alla nascita. Una catastrofe umanitaria che assume confini inquietanti. A Fallujah centinaia di civili sono stati uccisi e un nuovo studio riporta l’aumento sconcertante di tumori, bambini nati con gravi malformazioni, disfunzioni cerebrali, difetti cardiaci e aumento dei tassi di aborto spontaneo. I livelli di contaminazione da piombo, uranio, diossina e mercurio nel sangue sono altissimi. Stesse caratteristiche a Bassora invasa dalle truppe britanniche. La popolazione irachena, prima di dieci anni fa, era già stata sottoposta a una combinazione di sanzioni e di attacchi aerei durante l’invasione del Kuwait che avevano impedito la ricostruzione delle infrastrutture del paese, impoverito la gente, minato l’assistenza medica di base.

Nel 1996, in un’intervista a a Madeleine Albright, la giornalista Lesley Stahl parlando delle sanzioni in Iraq si soffermava su un dato spaventoso: la morte di 500.000 bambini.

Lesley Stahl: We have heard that a half million children have died. I mean, that's more children than died in Hiroshima. And, you know, is the price worth it?
Secretary of State Madeleine Albright: I think this is a very hard choice, but the price--we think the price is worth it.


Il prezzo pagato ne vale la pena.


Il retroscena. Quando a Saddam vennero fornite armi chimiche…
La storia stessa ha spesso la memoria corta. Negli anni Ottanta, durante la decennale guerra con l’Iran, gli Stati Uniti avevano aiutato Hussein a sviluppare armi chimiche usate contro i curdi, tra cui, come riferisce il Guardian, il carbonchio ematico, ingredienti vitali per la composizione di armi chimiche e le bombe a grappolo vendute da un’organizzazione della Cia in Cile. Il via all’invasione del Kuwait fu dato anche a causa di un comunicato fuorviante dall'ambasciatore statunitense in Iraq, April Gillespie, che aveva dato l'impressione di una neutralità degli Stati Uniti in caso di attacco.
Fu l’inizio di una serie di massicci bombardamenti non solo di obiettivi militari, ma di infrastrutture civili essenziali. La non destituzione di Saddam era esclusivamente legata alla paura che l’Iran colmasse il vuoto lasciato dal dittatore, ma da quel momento tutta la politica americana fu idirizzata allo smantellamento dell’Iraq. Clinton avviò sanzioni pesanti e una no-fly zone sul nord curdo e sul sud sciita; Saddam fu costretto ad ammettere la presenza di ispettori che verificassero la presenza di armi di distruzioni di massa.
Nessuna arma chimica è stata trovata in Iraq, Il Christian Science Monitor aveva riferito che il programma di distruzione di massa iracheno era terminato nel 1991e persino l’Iraq Study Group della Cia - dopo l’invio di 1.750 esperti - non aveva trovato nessun sito sospetto. Già prima dell’inizio del conflitto, l’ispettore Scott Ritter aveva annunciato che l’Iraq non possedeva armi chimiche, biologiche o nucleari. Propaganda di guerra, con la complicità del giornalismo occidentale.

Non conclusioni
Si potrebbe non concludere così. Oggi l'Iraq è un paese pericoloso senza un vero governo democratico e dove sono continuamente violati i diritti umani. Il costo economico totale della guerra in Iraq è stato di $2 trilioni; quello “umano” di 4.486 soldati statunitensi morti e 1 milione di iracheni. Senza contare i casi di disturbo post traumatico mai verificati e una generazione che dovrà fare i conti con gli effetti collaterali delle “bombe intelligenti”. Eppure, nessun colpevole.


http://www.guardian.co.uk/world/2002/dec/31/iraq.politics

http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-families/health-news/iraq-records-huge-rise-in-birth-defects-8210444.html
Video: Albright: 500,000 Child Deaths Worth Illegal Oil/Drug Wars http://www.youtube.com/watch?v=_Ftnw7YlDwQ
http://www.projectcensored.org/top-stories/articles/1-over-one-million-iraqi-deaths-caused-by-us-occupation/
http://www.osservatorioiraq.it/iraq-la-strage-degli-innocenti
http://www.spiegel.de/international/world/researchers-studying-high-rates-of-cancer-and-birth-defects-in-iraq-a-873225.html

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