giovedì 11 aprile 2013

Modelli alternativi. Il caso di Marinaleda, dove non esiste la disoccupazione




“I tagli sono sostanzialmente affare dei ricchi”. Sánchez Gordillo, professore di storia in un istituto della città Marinaleda, è stato eletto sindaco nel 1979 e da allora amministra il piccolo centro dell’Andalusia di 2.650 abitanti. Raccolta in 25 chilometri quadrati, quest’isola socialista ha vissuto tutte le tappe della crisi dei sistemi e modelli politici e sociali mondiali, riuscendo a porsi come un'alternativa nel panorama della crisi globale. Il suo attuale tasso di disoccupazione è pari allo 0% e tutti i cittadini partecipano attivamente alla vita politica e sociale. Un esempio di democrazia dal basso in un paesino dove non esiste la polizia e le tasse sono le più basse della regione.
Il segreto? La gestione diretta dell’agricoltura locale e l’incontro orizzontale con altri paesi attraverso il commercio equo e solidale, un modello economico vincente che ha permesso a questa terra di confine di antichi contadini di opporsi alla crisi. Sánchez Gordillo ha guidato questa sorta di rivoluzione. Diventato famoso per l’assalto al cibo nei supermercati da distribuire ai bisognosi, è un leader singolare nel quadro della classe politica spagnola. La sua organizzazione, il Colectivo Unidad de los Trabajadores- Bloque Andaluz de Izquierdas, gestisce la città di Marnaleda attraverso la trasformazione dei prodotti biologici. L’industria alimentare così organizzata fornisce occupazione, nostante la carenza di finanziamenti; la maggior parte degli abitanti è impiegata nella Cooperativa Humar - Marinaleda S.C.A, creata e gestita dagli stessi operai, dopo anni di lotte. Solo nel 1992, in seguito a diverse occupazioni, il Collettivo ha raggiunto il suo obiettivo: la terra a chi la la lavora, non a scopo di profitto ma per creare nuovi posti di lavoro producendo cibi sani e naturali.
Nella cooperativa tutti guadagnano intorno ai 1.200 euro mensili (per 35 ore settimanali) e dal terreno, di proprietà della comunità, si ricavano ortaggi e olio, ci sono strutture di allevamento, un mulino, una fabbrica di conserve, serre e un negozio. Durante l’alta stagione lavorano in cooperativa circa 400 persone, mentre in condizioni normali 100, sfruttando il principio “lavorare meno per lavorare tutti”. A Marinaleda molti hanno piccoli appezzamenti di proprietà o negozi, ma tutti possono contare sullo stipendio di 1.200 euro di almeno un membro della famiglia.
Anche dal punto di vista della speculazione che ha colpito il mattone in Spagna, la scelta di Godrillo è andata in direzione opposta: si può avere una casa in buone condizioni di 90 mq con terrazzo per 15 euro al mese, a condizione che tutti contribuiscano alla costruzione delle abitazioni. Sànchez ha le idee chiare sulla crisi globale e contesta lo smantellamento dello stato sociale e dei servizi essenziali come l’istruzione e la sanità, il tutto per il debito delle banche tedesche. A Marinaleda i lavoratori negli anni Ottanta non sapevano neanche scrivere, adesso ci sono due scuole con una mensa che costa 15 euro mensili e un istituto superiore, nonostante agli abitanti interessi più lavorare che studiare. Godrillo denuncia da anni la crisi, raccontando le storie di migliaia di disoccupati che quotidianamente incontra, non solo nella sua città, ma in tutto il Sud Europa, oggetto di uno sfruttamento che risponde solo a logiche di profitto. Gordillo ricorda spesso che ogni giorno muoiono più di 70.000 persone di fame e che le guerre sono sempre state "guerre provocate dal capitalismo". La saturazione del mercato può trovare sfogo solo in conflitto fin troppo prevedibile, come già successo in Libia e come in atto in Siria, visto l’imponente riarmo delle potenze e l’aumento delle spese militari. La sua lotta però ha un solo obiettivo: il superamento del capitalismo e dei sistemi ad esso legati, attraverso una equa redistribuzione delle risorse. Come ama ripetere, "ciò che ha un solo ricco potrebbe sfamare 800 milioni di esseri umani".

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